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Presentazione del Prodotto: KPI PRIVACY – Misurazione delle Performance del Processo Privacy Aziendale – Software in Formato MS Excel

**Presentazione del Prodotto: KPI PRIVACY – Misurazione delle Performance del Processo Privacy Aziendale – Software in Formato MS Excel**

Se siete un consulente sulla privacy o un Responsabile della Protezione dei Dati (DPO), sapete quanto sia vitale per il vostro ruolo la possibilità di monitorare, misurare e migliorare le pratiche di privacy. Ecco perché abbiamo creato “KPI PRIVACY”,  il software che farà la differenza nella vostra gestione della privacy.

“KPI PRIVACY” è un software innovativo in formato MS Excel, pensato espressamente per i consulenti sulla privacy e i DPO. Questo strumento consente di misurare le performance del processo privacy aziendale attraverso una serie di indicatori chiave di performance (KPI). Il software include KPI fondamentali come il numero di violazioni dei dati, il tempo di risposta a queste violazioni, la percentuale di richieste di accesso ai dati personali evase e molti altri.

Il “KPI PRIVACY” è progettato per fornire un quadro chiaro e quantificabile dell’efficacia delle politiche di privacy, consentendo di identificare rapidamente le aree che richiedono un miglioramento. E non solo: il software è facile da usare e include istruzioni dettagliate su come impostare e monitorare i vostri KPI.

Sia che stiate lavorando con una grande azienda o un piccolo business, “KPI PRIVACY” è l’utensile che vi aiuterà a migliorare la conformità alla normativa, ridurre il rischio di violazioni dei dati e, in definitiva, a fornire un servizio migliore ai vostri clienti.

Sfruttate il potere dei dati per proteggere i dati con il nostro software “KPI PRIVACY”. Investite nella vostra carriera di consulenti sulla privacy e DPO oggi – è un investimento nel futuro della vostra professione!

 

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📢 Ultimo importante aggiornamento del nostro  corso online “Aggiornamento annuale DPO 2023”!

🎯 Siamo entusiasti di svelare un nuovo modulo dedicato ai KPI nella gestione della Privacy: Guida per l’Utilizzo, la Misurazione e il Monitoraggio. Questo nuovo contenuto offre una panoramica dettagliata su come identificare, misurare e monitorare efficacemente i KPI (Indicatori Chiave di Performance) nell’ambito della privacy.

🔍 Affronteremo i fondamentali dei KPI, le loro applicazioni nel campo della privacy, e come possono aiutare a guidare le decisioni aziendali. Imparerai a utilizzare i KPI per monitorare le tue strategie di privacy e migliorare continuamente la tua performance.

🚀 Questo aggiornamento è stato progettato con l’intento di offrire ai DPO (Data Protection Officer) le competenze necessarie per sfruttare al meglio i KPI e utilizzarli come uno strumento strategico nella gestione della privacy.

👨‍💼 Che tu sia un DPO esperto in cerca di approfondimenti o un novizio in cerca di una solida base, il nostro corso aggiornato è qui per guidarti attraverso il complicato panorama della gestione della privacy. Preparati a scoprire come i KPI possono trasformare il tuo approccio alla privacy e aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi.

Non perdere questa fantastica opportunità di apprendimento! 💼📈

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Privacy pratica – “Come effettuare una valutazione del rischio privacy efficace”.

La valutazione del rischio privacy è un passo fondamentale per garantire la sicurezza dei dati personali trattati dalle organizzazioni. Questa attività permette di individuare i rischi associati al trattamento dei dati e di adottare misure adeguate per mitigare questi rischi e garantire la conformità alla normativa sulla privacy.

Ma come effettuare una valutazione del rischio privacy efficace? In questo articolo, forniremo alcuni consigli e suggerimenti utili per condurre una valutazione del rischio privacy accurata e completa.

  1. Identificare i dati personali trattati

Il primo passo per una valutazione del rischio privacy efficace è quello di identificare tutti i dati personali trattati dall’organizzazione. Questo può essere fatto attraverso l’analisi dei flussi di dati all’interno dell’organizzazione e delle attività di trattamento dei dati. È importante includere tutti i tipi di dati personali, come ad esempio i dati sensibili o giudiziari, e considerare anche eventuali dati derivanti da fonti esterne, come ad esempio i social media.

  1. Identificare le fonti di rischio

Una volta identificati i dati personali trattati, è importante individuare le possibili fonti di rischio. Queste possono essere interne all’organizzazione, come ad esempio errori umani o violazioni della sicurezza, o esterne, come ad esempio gli attacchi informatici o i furti di dati. È importante considerare tutte le possibili fonti di rischio per garantire una valutazione del rischio completa ed efficace.

  1. Valutare la probabilità e l’impatto dei rischi

Una volta identificate le fonti di rischio, è importante valutare la probabilità e l’impatto di ciascun rischio individuato. Questo può essere fatto utilizzando metriche qualitative o quantitative, a seconda delle esigenze dell’organizzazione. Ad esempio, si può utilizzare una scala da 1 a 5 per valutare la probabilità e l’impatto di ciascun rischio, in modo da individuare i rischi più critici e prioritari.

  1. Identificare le misure di mitigazione

Una volta valutati i rischi, è importante identificare le misure di mitigazione da adottare per ridurre la probabilità o l’impatto dei rischi individuati. Queste misure possono includere ad esempio l’implementazione di controlli di sicurezza, la formazione del personale o l’adozione di politiche e procedure adeguate. È importante scegliere le misure di mitigazione più appropriate per ciascun rischio individuato, tenendo conto anche dei costi e delle risorse necessarie per implementarle.

  1. Monitorare e aggiornare la valutazione del rischio

Infine, è importante monitorare e aggiornare regolarmente la valutazione del rischio privacy per garantire che sia sempre aggiornata e completa. Questo può essere fatto attraverso la revisione periodica della valutazione del rischio, la verifica dell’efficacia delle misure

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Come scegliere il software per gestire l’attività del DPO

Ecco alcuni suggerimenti per scegliere il software giusto per svolgere l’attività di DPO

  • Scegli un software che soddisfi le tue esigenze specifiche e che sia facile da usare.
  • Assicurati che il software sia conforme alle normative sulla privacy e alla GDPR.
  • Scegli un software che ti permetta di gestire un numero illimitato di incarichi come DPO.
  • Cerca un software che ti permetta di gestire le scadenze dei controlli periodici svolti dal DPO.

    Ecco alcune caratteristiche importanti di un software per gestire l’attività di DPO:

    • Velocità e sicurezza nel realizzare tutte le attività del DPO.
    • Nessun canone annuale obbligatorio.
    • Sicurezza dei dati in quanto i software non funzionano in cloud ma su pc.
    • Possibilità di utilizzare i software in modo condiviso su due pc in una cartella condivisa da Dropbox, Google drive, o altro servizio di cloud.
    • Illimitato numero di aziende gestibili.

    Spero che queste informazioni ti siano utili! Se hai bisogno di ulteriori informazioni o hai altre domande, non esitare a chiedere in chat

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Privacy – Data Breach, come si fa la notifica al Garante privacy

Data Breach, come si fa la notifica al Garante privacy

In caso di data breach, ovvero una violazione della sicurezza dei dati personali, è importante agire tempestivamente per minimizzare i danni causati e garantire la tutela dei diritti degli interessati. Una delle prime azioni da compiere è quella di notificare il Garante per la protezione dei dati personali, l’autorità di controllo preposta alla tutela della privacy dei cittadini.

Ecco come effettuare correttamente la notifica al Garante privacy in caso di data breach.

  1. Identificazione del responsabile del trattamento dei dati Il primo passo è individuare il responsabile del trattamento dei dati personali, ovvero la persona fisica o giuridica che detiene il controllo sui dati e ne determina le finalità e le modalità di trattamento.
  2. Accertamento della natura del data breach Successivamente, è necessario accertare la natura della violazione dei dati, valutando l’entità del danno subito dagli interessati, le categorie di dati coinvolti, le possibili conseguenze e le misure di sicurezza adottate.
  3. Notifica al Garante per la protezione dei dati personali Una volta accertata la violazione, è obbligatorio notificare il Garante per la protezione dei dati personali, utilizzando il modulo disponibile sul sito web dell’autorità di controllo. La notifica deve contenere le informazioni relative alla natura della violazione, ai dati coinvolti, alle possibili conseguenze per gli interessati e alle misure adottate per risolvere la situazione.

  4. Notifica agli interessati È importante notificare anche gli interessati coinvolti nel data breach, informandoli sulla natura della violazione, sui dati coinvolti, sulle possibili conseguenze e sulle misure adottate per risolvere la situazione. La notifica agli interessati deve avvenire nel minor tempo possibile, possibilmente entro 72 ore dalla scoperta della violazione.
  5. Valutazione delle misure correttive Dopo la notifica al Garante e agli interessati, è necessario valutare le misure correttive da adottare per prevenire future violazioni dei dati. Ciò può comportare la revisione delle procedure interne, l’aggiornamento delle misure di sicurezza, la formazione del personale e la collaborazione con fornitori esterni specializzati nella sicurezza informatica.

In conclusione, la notifica al Garante per la protezione dei dati personali è un passo fondamentale per gestire un data breach in modo corretto e tutelare la privacy degli interessati. È importante agire tempestivamente, valutare con attenzione la natura della violazione e adottare le misure correttive necessarie per prevenire futuri incidenti.

Regenerate response
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DPO e autorità di controllo, come gestire gli ispettori e rispondere alle richieste di informazioni

La protezione dei dati personali è diventata sempre più importante negli ultimi anni, con l’aumento della digitalizzazione. Molte organizzazioni hanno nominato un Responsabile della Protezione dei Dati (DPO). Tuttavia, il ruolo del DPO non è solo quello di garantire la conformità, ma anche di gestire gli ispettori e rispondere alle richieste di informazioni dell’autorità di controllo.

Il DPO è il punto di contatto principale tra l’organizzazione e l’autorità di controllo. Quando un’organizzazione viene ispezionata per verificare la conformità alla normativa sulla protezione dei dati, il DPO sarà il rappresentante dell’organizzazione. Il DPO dovrebbe avere una conoscenza approfondita della normativa sulla protezione dei dati e delle politiche dell’organizzazione, in modo da poter rispondere alle richieste di informazioni dell’ispettore in modo efficace.

La prima cosa da fare quando si viene ispezionati è di informare immediatamente il DPO. Il DPO dovrebbe poi informare i dipendenti dell’organizzazione dell’ispezione e fornire loro le istruzioni su come comportarsi. Inoltre, il DPO dovrebbe prepararsi per l’ispezione raccogliendo tutte le informazioni necessarie e garantendo che siano facilmente accessibili all’ispettore.

Gli ispettori possono richiedere diverse informazioni, tra cui documenti, registri, politiche e procedure. È importante che il DPO fornisca tutte le informazioni richieste dall’ispettore in modo tempestivo e accurato. In caso contrario, l’organizzazione potrebbe essere soggetta a sanzioni.

Inoltre, il DPO dovrebbe collaborare con l’ispettore per garantire che l’ispezione si svolga senza intoppi. Il DPO dovrebbe essere cortese e rispettoso nei confronti dell’ispettore, e dovrebbe collaborare con lui per risolvere eventuali problemi che potrebbero sorgere durante l’ispezione.

In caso di violazione della normativa sulla protezione dei dati, l’autorità di controllo può richiedere all’organizzazione di prendere misure correttive. Il DPO dovrebbe collaborare con l’organizzazione per garantire che le misure correttive siano implementate in modo tempestivo ed efficace. Inoltre, il DPO dovrebbe monitorare l’efficacia delle misure correttive e fornire all’autorità di controllo le informazioni richieste sulla loro implementazione.

In sintesi, il DPO deve essere ben preparato per gestire gli ispettori e rispondere alle richieste di informazioni dell’autorità di controllo. Il DPO deve avere una conoscenza approfondita della normativa sulla protezione dei dati e delle politiche dell’organizzazione, in modo da poter rispondere alle richieste dell’ispettore in modo efficace. Inoltre, il DPO dovrebbe collaborare con l’ispettore per garantire che l’ispezione si svolga senza intoppi e collaborare con l’organizzazione per garantire che le misure correttive siano implementate in modo tempestivo ed efficace. La collaborazione e il rispetto reciproco sono la chiave per una gestione efficace  degli ispettori  e della loro attività di controllo.

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L’aggiornamento annuale del DPO: perché è importante per la privacy aziendale

L’aggiornamento annuale del DPO: perché è importante per la privacy aziendale

Il DPO, o Data Protection Officer, è una figura chiave per garantire la protezione dei dati all’interno di un’organizzazione. È responsabile della sorveglianza della conformità alle normative sulla privacy, della gestione delle richieste di informazioni sulle violazioni dei dati e della formazione del personale su come proteggere i dati sensibili. Ma il lavoro del DPO non finisce con la nomina: per mantenere la loro efficacia, devono essere costantemente aggiornati sulla legislazione sulla privacy in continua evoluzione.

L’aggiornamento annuale del DPO è un’occasione per fare il punto sulla conformità della tua azienda alle normative sulla privacy, identificare eventuali rischi e implementare le migliori pratiche. Durante l’aggiornamento, il DPO dovrebbe rivedere e valutare le politiche e le procedure sulla privacy dell’organizzazione, nonché tenersi al corrente delle modifiche alla legge sulla privacy e delle migliori pratiche per la gestione dei dati.

Ci sono diverse ragioni per cui l’aggiornamento annuale del DPO è importante. In primo luogo, la legge sulla privacy cambia spesso, e ciò significa che il DPO deve essere sempre aggiornato sulle ultime novità legislative. Ad esempio, il Regolamento generale sulla protezione dei dati dell’Unione europea (GDPR) è stato introdotto nel 2018 e ha rappresentato un importante cambiamento nella gestione dei dati. Tuttavia, le normative sulla privacy stanno continuando ad evolversi, quindi è importante che il DPO sia a conoscenza di tali cambiamenti per poter adeguare le politiche e le procedure dell’organizzazione.

In secondo luogo, l’aggiornamento annuale del DPO consente di identificare eventuali rischi per la privacy dell’organizzazione e di prendere misure per mitigarli. Ad esempio, il DPO potrebbe identificare un’area in cui l’organizzazione sta raccogliendo dati in modo non conforme alla legge sulla privacy e proporre un cambiamento nella politica sulla privacy per risolvere il problema.

In terzo luogo, l’aggiornamento annuale del DPO può aiutare a migliorare la cultura della privacy all’interno dell’organizzazione. Il DPO può utilizzare l’aggiornamento come opportunità per formare il personale sull’importanza della privacy e sulla necessità di proteggere i dati sensibili.

Infine, l’aggiornamento annuale del DPO può aiutare a proteggere l’organizzazione da possibili violazioni dei dati. Il DPO dovrebbe rivedere le politiche e le procedure sulla sicurezza dei dati dell’organizzazione, verificare la conformità alle normative sulla privacy e identificare eventuali vulnerabilità che potrebbero essere sfruttate da hacker o da altri attori malevoli.

In conclusione, l’aggiornamento annuale del DPO è un’importante occasione per garantire la conformità alle normative sulla privacy e proteggere l’organizzazione da possibili violazioni dei dati. Il DPO dovrebbe utilizzare l’aggiornamento come opportunità per rivedere e valutare le politiche e le procedure sulla privacy dell’organizzazione, identificare eventuali rischi e vulnerabilità, formare il personale sull’importanza della privacy e sulla necessità di proteggere i dati sensibili e tenersi sempre aggiornati sulle ultime normative sulla privacy. In questo modo, il DPO può aiutare l’organizzazione a mantenere la fiducia dei clienti e a proteggere la propria reputazione.

Inoltre, l’aggiornamento annuale del DPO non dovrebbe essere visto come un’attività isolata, ma come parte di un processo di continuo miglioramento della cultura della privacy all’interno dell’organizzazione. In altre parole, l’attenzione alla privacy non dovrebbe essere limitata solo al DPO, ma dovrebbe essere diffusa in tutta l’organizzazione, a tutti i livelli. Ciò richiede un impegno costante e una cultura aziendale incentrata sulla protezione dei dati.

In definitiva, l’aggiornamento annuale del DPO rappresenta un importante momento per l’organizzazione per garantire la conformità alle normative sulla privacy, identificare eventuali rischi e vulnerabilità, proteggere l’organizzazione da possibili violazioni dei dati, formare il personale e migliorare la cultura della privacy in azienda. Il DPO dovrebbe sfruttare questa occasione per valutare criticamente la propria attività, migliorare la protezione dei dati e consolidare la propria posizione come punto di riferimento per la privacy all’interno dell’organizzazione.

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Newsletter del Garante Privacy 499 del 24/1/2023

Newsletter del Garante Privacy 499 del 24/1/2023

Sanità: Garante sanziona tre Asl friulane per uso algoritmo

Il Garante per la privacy ha sanzionato tre Asl friulane [doc. web n. 9844989, 9845156, 9845312] che, attraverso l’uso di algoritmi, avevano classificato gli assistiti in relazione al rischio di avere o meno complicanze in caso di infezione da Covid-19.

Le Asl avevano elaborato i dati presenti nelle banche dati aziendali allo scopo di attivare nei confronti degli assistiti opportuni interventi di medicina di iniziativa e individuare per tempo i percorsi diagnostici e terapeutici più idonei.

Nel corso dell’istruttoria dell’Autorità, che si era mossa dopo la segnalazione di un medico, è infatti emerso che i dati degli assistiti erano stati trattati in assenza di una idonea base normativa, senza fornire agli interessati tutte le informazioni necessarie (in particolare sulle modalità e finalità del trattamento) e senza aver effettuato preliminarmente la valutazione d’impatto prevista dal Regolamento Ue in materia di protezione dati.

L’Autorità ha ribadito che la profilazione dell’utente del servizio sanitario, sia regionale o nazionale, determinando un trattamento automatizzato di dati personali volto ad analizzare e prevedere l’evoluzione della situazione sanitaria del singolo assistito e l’eventuale correlazione con altri elementi di rischio clinico, può essere effettuata solo in presenza di un idoneo presupposto normativo, nel rispetto di requisiti specifici e garanzie adeguate per i diritti e le libertà degli interessati, mancanti nel caso di specie.

Accertate dunque le violazioni e valutato che nel caso specifico le operazioni, attraverso l’uso di algoritmi, avevano riguardato dati sulla salute di un ingente numero di assistiti, il Garante ha ordinato a ognuna delle tre Aziende di pagare la sanzione di 55.000 euro e di procedere alla cancellazione dei dati elaborati.

Whistleblowing: sì del Garante privacy al recepimento della direttiva Ue

Parere favorevole del Garante privacy sullo schema di decreto legislativo che dà attuazione alla direttiva (UE) 2019/1937 del Parlamento europeo e del Consiglio, la cd. direttiva whistleblowing.

Lo schema di decreto riconduce ad un unico testo normativo la disciplina relativa alla tutela delle persone che segnalano violazioni di norme, tra le quali quelle in materia di protezione dati, di cui siano venute a conoscenza in ambito lavorativo, sia pubblico che privato. Dall’ambito di applicazione del decreto sono escluse contestazioni o rivendicazioni di carattere personale nei rapporti individuali di lavoro o di impiego pubblico e le segnalazioni di violazioni in materia di sicurezza nazionale o di appalti relativi ad aspetti di difesa o sicurezza nazionale.

Lo schema di decreto legislativo recepisce pressoché tutte le indicazioni fornite dall’Autorità al Governo nell’ambito dei lavori preliminari alla stesura del testo attuale, con particolare riguardo alla nozione di violazione, al perfezionamento degli obblighi di riservatezza, alla revisione del termine massimo di conservazione della documentazione.

Lo schema prescrive che il canale di segnalazione deve garantire la riservatezza assoluta del segnalante, delle persone coinvolte e del contenuto della segnalazione stessa (anche mediante il ricorso alla crittografia).

Le segnalazioni possono essere effettuate in forma scritta, anche con modalità informatiche, in forma orale, per telefono o attraverso sistemi di messagistica vocale, oppure infine mediante un incontro diretto. Le informazioni sulle modalità per effettuare il whistleblowing devono essere pubblicate nel sito internet del datore di lavoro in modo chiaro, visibile e accessibile. Con le stesse modalità e garanzie di riservatezza è inoltre prevista la possibilità di effettuare la segnalazione su di un canale esterno attivato presso l’ANAC in caso di assenza o inefficacia dei canali di segnalazione interna, di timore di ritorsione o pericolo per l’interesse pubblico.

Le segnalazioni possono essere conservate solo per il tempo necessario alla loro definizione e comunque per non più di cinque anni a decorrere dalla data di comunicazione dell’esito finale.

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DPO privacy – errori da evitare in caso di Data Breach

In caso di Data Breach (violazione della sicurezza dei dati), il DPO deve evitare alcuni errori comuni per garantire la gestione efficace dell’incidente e la conformità alla normativa sulla protezione dei dati, tra cui:

  1. Ritardare la notifica del Data Breach alle autorità competenti e alle parti interessate, in violazione delle scadenze stabilite dalla normativa.
  2. Non indagare e analizzare adeguatamente l’entità e la portata del Data Breach.
  3. Non avere un piano d’emergenza o una procedura per gestire un Data Breach.
  4. Non informare in modo tempestivo ed adeguato le parti interessate del Data Breach.
  5. Non prendere misure per prevenire ulteriori violazioni della sicurezza dei dati.
  6. Non monitorare e valutare costantemente le misure adottate per gestire il Data Breach.
  7. Non fornire un supporto adeguato alle parti interessate in caso di domande o preoccupazioni riguardo al Data Breach.
  8. Non adottare misure per identificare e proteggere i dati personali eventualmente compromessi.
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Come contestare l’attività del DPO?

Ci sono diverse modalità con cui le parti interessate (ad esempio dipendenti, clienti o altri soggetti) possono contestare l’attività del Data Protection Officer (DPO) all’interno di un’organizzazione. Ecco alcune delle principali:

_ Comunicazione diretta: le parti interessate possono comunicare direttamente con il DPO per esprimere le proprie preoccupazioni e sollevare eventuali questioni. Il DPO dovrebbe essere in grado di fornire chiarimenti e rispondere alle domande delle parti interessate.

_ Segnalazione formale: le parti interessate possono presentare una segnalazione formale al DPO, descrivendo nel dettaglio le proprie preoccupazioni. Il DPO dovrebbe indagare sulla segnalazione e fornire una risposta scritta alle parti interessate.
_ Comunicazione al Garante: Le parti interessate possono anche decidere di ricorrere al Garante per la protezione dei dati personali (Autorità di controllo) per segnalare una presunta violazione della normativa sulla protezione dei dati personali da parte del DPO o dell’organizzazione.

_ Ricorso al tribunale : in alcuni casi, le parti interessate possono decidere di avviare un ricorso giudiziario contro l’attività del DPO o dell’organizzazione, per eventuali violazioni della normativa sulla protezione dei dati personali.
_ In generale, è importante che l’organizzazione disponga di canali di comunicazione trasparenti e accessibili per le parti interessate, che possono utilizzare per esprimere le proprie preoccupazioni e segnalare eventuali problemi in merito all’attività del DPO. è inoltre fondamentale che l’organizzazione garantisca che il DPO abbia la autonomia e indipendenza necessaria per svolgere efficacemente il proprio ruolo